sabato 9 aprile 2011

Nuove Sostanze - Il "luogo" svanisce

“L'architettura guarda alla natura insieme alla scienza e cerca nel difficile, nel complesso, nel tormentato, nell'apparentemente caotico nuove strutture per il suo farsi.(tratto da "Nuove sostanze. L'informatica e il rinnovamento dell'architettura."di Antonino Saggio,2000. Leggi l'articolo)

Questo atteggiamento dell’architettura della nostra epoca deriva profondamente dal cambio del concetto di luogo, non più associabile ad una funziona, ad un orario, a relazioni standardizzate.

La definizione “industriale” di luogo muta così come il suo spazio che sfuma lasciando posto ad un paesaggio discontinuo privo di un contorno definito.

Un processo che mira sempre più a decaratterizzare il luogo come funzione e a caratterizzarlo per altre qualità, la funzionalità è scontata. Lo spazio si conforma attingendo ad archetipi spaziali come il labirinto, la stanza degli specchi, etc…

“è un edificio che non rappresenta niente, ma un niente spettacolare”. Questo dicono Diller e Scofido parlando del loro “Blur Building” ossia il padiglione espositivo temporaneo Blur sul lago Neuchâtel a Yverdon-les-bains.

Questa tensegrity sospesa a 15 metri trasforma l’acqua del lago in vapore facendo sì che l’edificio assomigli ad una nuvola. Questo luogo senza forma non è mai uguale perchè dalla natura trae colori, riflessi, movimento. I sensori regolano questa gigantesca scenografia dove vanisce l’interno e svanisce l’esterno, concetti ormai incompatibili con questo spazio sistema.

Si cerca un’interazione più profonda tra uomo e edificio, ciò che domina è l’esperienza dello spazio, I sensi sono il tramite con questo paesaggio caratterizzato da tre elementi: l’informazione, l’interattività e la natura.

La struttura del padiglione, ripetutasi ciclicamente nel corso della storia, spesso come manifesto della modernità contemporanea,come era stato il Crystal Palace nel 1851, trova nell'opera di Diller e Scofidio l'interpretazione dell'epoca informatica. I materiali "moderni" come il vetro e l'acciaio, frutto della produzione seriale ottocentesca, lasciano spazio qui ad una materialità fatta di natura effimera. La scienza e la natura non viaggiano più antiteticamente, ma entrambe plasmano il luogo, la cui esperienza è sempre diversa e sorprendente.

Per approfondimenti "Diller + Scofidio - Il teatro della dissolvenza, Antonello Marotta, della collana ITRevolution in architecture".Qui la prefazione di Antonino Saggio


giovedì 7 aprile 2011

Effetto Cèzanne?

Questa opera è di un giovane artista di Shangai che si chiama Yang Yongliang. Le sue riproduzioni digitali di paesaggi (daily.wired.it dice "apocalittici") che si rifanno alla tradizione delle stampe Shan Shui, che hanno profondo significato filosofico religioso.
Cyberpunk o no, quando in classe si parlava del salto verso la modernità e di come il paesaggio vecchio venisse rappresentato con un occhio moderno mi è venuto in mente questo artista, casualmente conosciuto nel web.
Il suo professore è stato Yang Yang, cattedratico di arte tradizionale cinese all'università di Hong Kong.